Ciclismo femminile: chi dice che le donne non pedalano?

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Perché le donne non possono pedalare? Questa domanda rappresenta la recente storia di Amirah al-Turkistani, giovane ragazza araba che, al ritorno da un periodo di studi universitari a Boston, decise di coltivare la sua passione per le due ruote anche nella sua Jeddah. La sua storia è uguale a quella di tante altre donne desiderose di provare l’ebbrezza di un giro in sella a una bici ma, inizialmente, nel 2015 Amirah fu osteggiata da una cultura ancora molto chiusa verso l’emancipazione femminile. Derisa dai suoi stessi amici e incurante del divieto di pedalare per le donne, non si arrese e ancora oggi gira quotidianamente sul suo modello color verde pistacchio, da sola o in compagnia dei suoi familiari.

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Image credits – REEM BAESHEN – Reuters

In questi ultimi tre anni si è dunque mosso qualcosa e attualmente, pur con alcune restrizioni riguardanti l’abbigliamento, diverse donne continuano a salire in sella alla propria bicicletta, anche nell’ultraconservatrice Arabia Saudita. Ciò rappresenta un passo in avanti fondamentale all’interno del mondo arabo, così come fu quello realizzato da Alfonsina Strada nell’Italia di quasi un secolo fa, quando divenne la prima ciclista nella storia a disputare il Giro d’Italia. La ragazza emiliana partecipò alla “Corsa Rosa” nel 1924, ricevendo i complimenti da numerosi colleghi in più occasioni, su tutti dal fuoriclasse Costante Girardengo. Pur venendo estromessa dalla classifica di quell’anno, Alfonsina Strada arrivò comunque a concludere il Giro, diventando una fonte di ispirazione senza eguali per qualunque ciclista delle epoche successive.

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Ciclismo professionistico femminile: un movimento internazionale all’alba del 2020

Il ciclismo professionistico femminile si è evoluto enormemente dai tempi di Alfonsina Strada, al punto che oggi vengono organizzate gare su strada, pista, di mountain bike, ciclocross e non solo in tutto il globo.
Svariate squadre maschili hanno inoltre affiliato all’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) anche una formazione femminile; l’ultima entrata è stata la Trek-Segafredo, diretta dall’ex campionessa mondiale Giorgia Bronzini e capitanata dalla forte azzurra Elisa Longo Borghini. Rimanendo in Italia, le azzurre del ciclismo su pista stanno continuando a vincere medaglie a livello internazionale. Anche dal ciclocross e dalla strada giungono spesso trionfi e buoni piazzamenti, a partire dalla medaglia di bronzo conquistata da Tatiana Guderzo ai Mondiali di Innsbruck.
Senza dimenticarci del settore MTB dove, alle spalle dell’altoatesina Eva Lechner, si stanno muovendo diverse giovani tra cui Marika Tovo, terza nella rassegna iridata under 23 a Lenzerheide.

Donne e ciclismo amatoriale: una crescita imponente

Sempre più ragazze stanno abbracciando anche il mondo del ciclismo amatoriale, chi per semplice divertimento e chi per sfidare sé stessa e cercare di andare oltre i propri limiti. Qualcuna riesce comunque a coniugare entrambi questi lati, come per esempio la nostra testimonial Paola Gianotti. Autrice di numerose imprese sportive, è stata inoltre protagonista di alcuni importanti progetti solidali, come il suo “La speranza viaggia in bicicletta”. Attraverso questo progetto sono state acquistate e donate 73 bici ad altrettante donne ugandesi. Inoltre, sempre in Uganda, è stata creata una micro-officina in cui formare nuovi meccanici. In generale, ci sono comunque sempre più donne in sella a una bici e non è un caso che anche le aziende impegnate in questo ramo stiano dedicando sempre più energie verso prodotti specifici per cicliste.

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Tra queste ci siamo anche noi e, a tal proposito, ecco qui alcuni fondelli da donna appena inseriti all’interno del catalogo Elastic Interface®: MTB Trail Women, Road Performance Force Women, Paris HP Women, Nice Women, Gym Women. Buone pedalate e continuate a seguirci!